LA SVALUTAZIONE

Svalutare una persona ha conseguenze negative, soprattutto se è un bambino, si rischia che il bambino sviluppa un complesso di inferiorità che potrebbe mutare nel complesso di superiorità più in là o dare problemi di insicurezza nella vita. I giovani sono il futuro e bisogna avere cura del futuro, educarli affinché siano persone brave e sicure di sè, che si sentano di valere. Nella teoria della pace c’è la teoria della superiorità che in breve dice che tutti sono superiori o inferiori a qualcuno o qualcosa, dipende dal contesto. Nello specifico contesto una persona può risultare più capace di una con esperienza. Quando veniamo svalutati dobbiamo gestire questa cosa per schivare il colpo, altrimenti si rischia di stare tanto male, anche se non sul momento. Innanzitutto è bene avere in mente che possiamo essere superiori in un determinato contesto, anche se la probabilità è bassa, poi il problema è negli altri che sono educati a non cogliere la nostra bellezza interiore, nostre gemme preziose. Poi dobbiamo anche guardare in noi stessi perché se c’è troppo ego non va bene, quindi occorre bilanciare entrambe le cose, ci vuole comunque un pizzico di umiltà e riconoscere la reale probabilità di poter fare una cosa. Tipo un programmatore professionale direi rispetto a me che non lo faccio di mestiere, nel fare un programma, molto probabilmente lo fa meglio, ma c’è una piccola possibilità che io lo faccio comunque meglio perché, chi meglio di me ha ben chiaro cosa voglio che il computer esegue? Può esserci una incomprensione. E poi un programmatore deve tenersi aggiornato su come programmare, magari io sono aggiornato e quello no. Per quanto possa risultare bassa, la probabilità di farlo meglio in un contesto specifico non è zero. Bisogna riconoscere che ci sono persone che sono neurodiverse, che hanno un approccio allo studio differente, ma non per questo bisogna svalutarle. Ognuno può prendere una strada diversa per arrivare alla conoscenza. Ci sono molte persone autodidatta, loro hanno molta potenzialità perché riescono ad apprendere da soli, quindi possono aver preso della conoscenza su Internet o tramite libri. Capisco che non hanno i certificati che dicono che sono medici, programmatori, fisici o altro, ma mica bisogna sottovalutarli, bisogna capire che hanno comunque una buona probabilità di dire cose che possono essere utili, dipende dalla persona ma non sbaglio di tanto. Gli autodidatti che hanno fatto la scuola professionale non possono andare all’università, ma è una cosa inconcepibile, sè queste persone fanno un test e il test dice che hanno la conoscenza necessaria e magari il modo di fare necessario, non c’è problema di ammetterlo. Molti di loro hanno QI di logica superiore la media e sarebbe stupido non sfruttarlo per tirar fuori idee. Poi una persona neurodiversa con esperienza superiore ad un altra è una cosa da non sottovalutare assolutamente perché può trasmettere le soluzioni che ha trovato senza che l’altra persona faccia tanta fatica a trovarle, questa persona può essere una miniera d’oro.

Io penso che la società abbia la malattia della scuola, cioè non vede la conoscenza innata e quindi chi non va a scuola non può sapere le cose, di conseguenza chi sa le cose perché ha le intuizioni non viene considerato, invece può essere d’aiuto alla società comunque. Quindi una persona che ha fatto esperimenti e studio autodidatta, deve essere riconosciuto il fatto che sa un bel po’ di cose e soprattutto che è una persona intelligente da non sottovalutare, schiacciata invece di riconoscere le sue qualità, collaborare e migliorare tutti insieme. Pensate questa persona cosa può fare se è sufficientemente istruita, se già ha capito un mucchio di roba solo. Le persone dicono:”eh ma lo hanno già inventato o detto” e così svalorizzano la persona; è tossica come cosa. Si applicano in tutti i campi questi ragionamenti.

Personalmente io rispondo così:

Capisco cosa spinge a sottovalutarmi un pò su certe cose, ma vorrei far notare che io non ho studiato programmazione eppure faccio programmi enormi a dimostrazione di questo sono stato assunto a scuola per fare ste cose, questo è possibile perché io studio da solo ore ed ore con internet, tutto il giorno, mica giocavo come pensavano tutti. E poi ho capito che potevo approfondire con i libri e ho comprato anche libri. Si chiama essere autodidatta. Il professore era incredulo e ha cambiato drasticamente la sua posizione su internet e ha deciso di farsi aiutare su certe cose. La stessa cosa vale negli altri campi come la fisica e la psicologia. Il mio cervello è come una miniera, è già tutto lì, devo solo minare, ovvero in italiano, studiare a scuola, a casa o fare esperimenti in autonomia. Poi è stato certificato che risolvo problemi meglio della norma. Non tutti hanno la capacità di avere un bel po’ di conoscenza di filosofi e fisici attraverso esperimenti e ragionamenti e la società mi schiaccia invece di riconoscere le mie qualità, collaborare e migliorare insieme. Quindi direi che è enormemente sconveniente che sto fermo e mi si schiaccia. Io faccio il possibile per risolvere i problemi miei e del mondo.

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