Dopo una lite, rimane spesso un senso di amarezza, una sensazione strana e confusa. Non è più rabbia, ma neanche pace. È come se i nervi rimanessero in sospeso, ancora tesi, incapaci di comprendere del tutto cosa sia successo.
Si è provato a risolvere la questione, e forse sulla carta la lite è finita, ma qualcosa non torna. La mente e il corpo sembrano non essere d’accordo con la risoluzione. Sembra che ci sia ancora qualcosa da dire, qualcosa da sistemare, anche quando oggettivamente tutto è stato chiarito. Questo crea confusione, una sensazione che si insinua nei pensieri e rende difficile lasciar andare il conflitto.
Per i neurodivergenti, questa sensazione può essere ancora più intensa. La necessità di coerenza, di una chiusura chiara e definita, si scontra con una realtà in cui le emozioni non si allineano subito con la logica. Si sa che la lite è finita, ma non si riesce a sentirlo davvero. È come se il cervello avesse bisogno di una fase in più per elaborare, per allineare quello che è successo con quello che si prova.
Forse l’amarezza è proprio questo: il tempo necessario affinché tutto si assesti, affinché la mente possa finalmente riconoscere che è davvero finita.