L’amministratore di sostegno è una persona che aiuta a gestire il denaro di una persona incapace di gestirli. Può essere d’aiuto per chi gioca d’azzardo, per le persone anziane e per chi proprio è incapace di intendere e volere. Spesso le persone neurodivergenti, consapevoli o meno, finiscono per averne uno, può essere un bene in alcune casi, ma in altri casi può essere solo un’incomprensione dovuta ad una differente modalità di pensare e agire. Quindi può capitare che queste persone vengono in generale nella vita emarginate e denigrate per essere diverse, esattamente come per le persone di colore. Aver tolto di scena Hitler ed aver bandito l’essere razzista verso persone nere, non ha risolto il problema alla base. Miliardi di persone neurodiverse stanno subendo razzismo, sono visti come inferiori e una delle modalità è limitare il potere di queste persone, in qualsiasi forma, ma in questo caso economico, perché ritenute incapaci di ragionare secondo il modello standard, che in natura non esiste e che varia a seconda delle ere umane. Ognuno può prendere una strada diversa per arrivare allo stesso risultato. I comportamenti razzisti si notano quando la persona che subisce, chiede i motivi di quello che succede e i razzisti non lo sanno pure loro il motivo, perché non è una cosa logica, è un’idea strampalata da buttare. Questa è una cosa che nelle famiglie accade spesso, io stesso ci sono dentro. Una persona che ragiona da imprenditore, sarà visto come una persona potenzialmente pericolosa nella gestione del denaro, ma mi sembra ovvio che chi ha un’attività si fa aiutare nella gestione del denaro, tutti, dal più piccolo al più grande, tra consiglieri per previsioni varie e commercialisti. Quindi ecco il fraintendimento, certo che si ha bisogno di aiuto nella gestione del denaro, ma riguardo all’attività, non nella quotidianità. Ci sono persone con mente da imprenditore che spendono tanto per l’attività, ma si vedono costretti, perché nessuno vuole buttare i soldi, poi a casa con amici sono tendenzialmente spilorci e ci pensano bene prima di comprare le cose, poi se sono cose elettroniche ancora di più dovendo leggere le specifiche tecniche e confrontare tra più modelli per capire quale è conveniente. È più accettabile che l’amministratore di sostegno abbia autorizzazione SOLO per gestire l’azienda, rimane una grande mancanza di rispetto se c’è stata una incomprensione, ma è meno grave rispetto ai limiti nella gestione dei soldi nella quotidianità. Se il giudice e l’amministratore di sostegno sono donne, tendenzialmente fanno fatica a capire il pensiero maschile, che è più basato sull’utilità che sull’estetica ed altro, proprio ragionano diversamente perché c’è una diversità anche neuronale di base tra uomo e donna, oltre che di educazione differente per via del sesso, quindi dovrebbero fare più sforzo di comprensione se il beneficiario è maschio e ancora di più se è neurodiverso. Vale anche al contrario per poter capire e risolvere il problema, riconoscere e rispettare la diversità in questo caso è fondamentale per portare giustizia.
Detto ciò esistono alcuni modi per bypassare l’amministratore di sostegno, uno di essi è usare i bitcoin per scambiare denaro, cioè, si crea una moneta stabile ancorata alla valuta dello stato, tramite il quale si può scambiare con in questo caso euro e avere disponibilità in euro, bisogna solo guardare di poter effettivamente avere l’equivalente in euro per gestire lo scambio. In pratica questa cosa è possibile usarla per creare debiti con la gente ed ottenere ciò di cui si ha bisogno e l’amministratore di sostegno sentirà la pressione di dover pagare i debiti. Tuttavia è necessario spendere comunque i soldi usando la testa, perchè in linea teorica, in quasi tutti gli stati, ma io parlo in particolare dell’italia, il giudice di base da questa possibilità all’amministratore di sostegno di pagare i debiti della persona interessata, dando la possibilità di poter operare l’escamotage della moneta digitale, o in generale dell’accumulo dei debiti. Ma se la persona interessata continua a spendere in modo non bello la moneta digitale, ecco che il giudice toglie la possibilità di coprire i debiti e sono cazzi amari se non possiamo pagare la gente neanche in quel modo, si possiamo continuare ma è come se non ci fossero quei soldi che vanno nelle mani dell’amministratore di sostegno e bisogna cercare di non andare sulla brutta strada per pagare i debiti, può essere usata questa minaccia per fare pressione, ma è brutto e la questione si complica molto. in conclusione limitare il potere di una persona perchè effettivamente non può gestirsi, è cosa buona, ma se è per razzismo verso persone diverse è una cosa che crea traumi e danneggia l’anima, perché l’esperienza e le parole fanno più male delle botte e ferite fisiche.
“In italia se il beneficiario ha dei debiti, l’amministratore deve occuparsi del loro pagamento utilizzando le risorse finanziarie del beneficiario” dove sta scritto?
Il principio secondo cui l’amministratore di sostegno può utilizzare le risorse finanziarie del beneficiario per il pagamento dei debiti trova fondamento nel Codice Civile e nella normativa sull’amministrazione di sostegno, in particolare negli articoli 404 e seguenti del Codice Civile.
Tuttavia, l’amministratore di sostegno deve operare nel rispetto dei poteri conferiti dal giudice tutelare, i quali vengono stabiliti nel decreto di nomina.
Riferimenti normativi:
1. Articolo 410 c.c. – Doveri dell’amministratore di sostegno:
L’amministratore di sostegno deve agire nell’esclusivo interesse del beneficiario e, nel farlo, deve gestire il patrimonio di quest’ultimo in modo da soddisfare i suoi bisogni, il che può includere il pagamento di debiti, sempre nei limiti delle sue attribuzioni.
2. Articolo 405 c.c. – Decreto di nomina:
Il giudice tutelare stabilisce quali atti l’amministratore può compiere in nome e per conto del beneficiario, e se tra questi vi è la gestione economica e il pagamento di debiti, l’amministratore può provvedervi con le risorse del beneficiario.
3. Articolo 412 c.c. – Limiti e controlli:
Il beneficiario mantiene la capacità di agire per gli atti non espressamente delegati all’amministratore. Se il beneficiario è incapace di gestire i propri debiti, spetta all’amministratore intervenire nel limite dei poteri assegnati.
ConclusioneNon esiste un articolo che affermi espressamente che “l’amministratore deve pagare i debiti del beneficiario”, ma ciò è una conseguenza del suo ruolo di gestore del patrimonio nell’interesse del beneficiario stesso, nei limiti stabiliti dal giudice tutelare. Il principio è ricavabile dall’articolo 410 c.c., in combinazione con gli articoli 404 e seguenti.