I punteggi valorizzano invece della media che appiattisce tutto. Tutti sono superiori o inferiori a qualcosa o qualcuno, dipende dal contesto. Sulla base di questa filosofia si può cambiare il criterio dei test, la somma è la soluzione. Immaginiamo 2 bambini, Giorgio e Filippo che stanno studiando storia, c’è il test su una guerra, Giorgio è interessato e prende 10 su 10 ed ottiene 10 punti in storia, Filippo non è interessato e prende 0 punti e poi c’è la verifica su un’altra guerra e Filippo è interessato e Giorgio no, uno prende 10 e l’altro 0. Entrambi sono valorizzati per quello che sanno e la gente dovrà chiedere: ma cos’hai studiato per avere 10 in storia? Questo perché la natura di quel 10 è nascosta e solo la persona ti può dire cosa sa e cosa no, eliminando il problema dello svalorizzamento. E allo stesso modo per sapere quanto è andato bene in generale bisogna fare la somma dei punti di tutte le materie e tenere nascosto il voto massimo a favore di una spiegazione di quello che sa il ragazzo.