La maldicenza è l’abitudine di parlare male degli altri, spesso attraverso pettegolezzi o malignità. Questo comportamento può manifestarsi in discorsi malevoli o insinuazioni che, pur basandosi su fatti veri o falsi, vengono divulgati con malizia e perfidia. A volte, condividere un pensiero o un problema è necessario per chiarirsi le idee o sfogarsi, e dipende molto dall’intenzione e dal modo in cui lo si fa. Se c’è maldicenza su di noi è nostro diritto e dovere fare chiarezza.
Esempi nella vita quotidiana:
1. Sul lavoro:
• “Hai sentito? Marco è sempre in ritardo e non fa mai il suo lavoro come si deve. Non so come lo tengano ancora qui.”
• Questo è un esempio di maldicenza perché scredita Marco agli occhi degli altri colleghi, anche se magari i suoi ritardi sono occasionali o giustificati.
2. Tra amici:
• “Lo sapevi che Lucia ha preso un brutto voto all’università? Non è proprio così intelligente come vuole far credere.”
• Qui si parla male di Lucia con l’intento di farla apparire meno capace di quanto realmente sia.
3. In famiglia:
• “Zio Carlo fa sempre il generoso, ma alla fine non aiuta mai nessuno, pensa solo a sé stesso.”
• Questo tipo di commento rovina la reputazione di Carlo all’interno della famiglia.
Esempi di maldicenza insinuante:
• “Non voglio parlare male, ma hai visto che vestito ha scelto Anna per il matrimonio? Non è proprio adatto, secondo me.”
• “Dicono che Paolo abbia ottenuto quella promozione in modi… poco chiari. Non lo so, però sembra strano.”
Anche se l’intenzione negativa non è espressa apertamente, l’insinuazione può ugualmente ferire e creare discredito.
Esempi ipotetici da situazioni personali:
1. Tra conoscenti:
• “Hai visto Matteo? Si comporta come se sapesse tutto di tutto. Non lo sopporto.”
• Invece di confrontarsi direttamente con Matteo, si sceglie di denigrarlo con altri.
2. Social media:
• Commentare una foto dicendo: “Certo che c’è gente che si mette in mostra senza motivo, eh!”
• Anche se non si fa il nome, è chiaro che si sta parlando male di qualcuno.
Quando NON è maldicenza cattiva:
1. Se lo scopo è capire meglio la situazione:
• Ad esempio: “Non so come comportarmi con Marco, è spesso in ritardo e mi crea problemi al lavoro. Tu cosa faresti al mio posto?”
• Qui non stai denigrando Marco, ma stai cercando un consiglio per affrontare una difficoltà.
2. Se lo fai per proteggere te stesso o altri:
• “Ho sentito che quella persona si comporta in modo scorretto sul lavoro. Devo stare attento quando collaboro con lui?”
• In questo caso, stai semplicemente cercando di capire come gestire una possibile difficoltà.
3. Se hai bisogno di sfogarti senza cattiveria:
• “Oggi la mamma mi ha fatto arrabbiare perché mi ha detto certe cose che mi hanno ferito. Non so come farle capire come mi sento.”
• Questo non è maldicenza, ma un modo per esprimere il tuo disagio senza intenzione di ferire.
Come parlare senza rischiare di fare maldicenza cattiva:
1. Focalizzati sui tuoi sentimenti:
• Invece di dire “Marco è insopportabile”, prova a dire: “Quando Marco arriva in ritardo mi sento frustrato perché rallenta il lavoro.”
2. Evita il pettegolezzo inutile:
• Se non è rilevante o utile alla situazione, meglio non dire nulla.
3. Chiediti quale sia il tuo scopo:
• Se vuoi solo sfogarti o risolvere un problema, è ok. Se invece stai parlando solo per criticare o denigrare, meglio evitare.