IO NON SONO D’ACCORDO CON L’OMICIDIO, BISOGNA FARE ALTRO, NON UCCIDERE.
Per spiegare la tolleranza nella teoria della pace vorrei partire col spiegare cosa penso in maniera chiara di un femminicidio che mi ha toccato molto: Filippo Turetta che ha ucciso Giulia Cecchettin. Secondo la teoria della pace hanno ragione entrambi e hanno torto entrambi perchè vanno capiti, entrambi hanno i loro motivi, Giulia aveva un motivo per lasciarlo, magari non lo ha fatto in modo giusto per Filippo e lui aveva un motivo per ucciderla e va compreso (NON FERMATEVI, ANDATE AVANTI A LEGGERE E SARÀ PIÙ CHIARO) ma ovviamente ha ESAGERATO e le sue azioni non sono tollerabili, deve fare un percorso. Dicendo questo mi sembra che sia chiaro cosa tollera e cosa non tollera la teoria della pace e invece no, alcuni fanno confusione. C’è una correlazione tra abbandono brusco e uccisione delle donne. Affermo che c’è la correlazione perché se il 90% dei femminicidi avviene perché ci si lascia, direi che l’abbandono c’entra tanto o no? L’abbandono non dovrebbe portare all’omicidio, ma di fatto è così. La teoria della pace tollera SEMPRE i motivi di entrambe le parti e punta a comprenderli così da agevolare il perdono, perché se si comprendono i motivi ci si accorge che si sta meglio, bisogna perdonare per noi stessi, per non stare male. Invece NON TOLLERA le azioni di entrambe le parti, ognuno ha fatto un’azione che per l’altro non andava bene, entrambi devono cambiare reazione. Quindi per essere molto chiari la teoria della pace NON TOLLERA gli omicidi ma il motivo che spinge ad uccidere è SEMPRE tollerato e compreso. (NON FERMATEVI, ANDATE AVANTI A LEGGERE E SARÀ PIÙ CHIARO) Questo perché c’è sempre un motivo se qualcuno fa una azione, anche se è ignoto e molto distante da come ragioniamo. Quindi anche se non comprendiamo come una persona è arrivata a pensare di uccidere, possiamo dichiarare il suo motivo come compreso, perché stiamo accettando l’ignoto che lo ha governato, perché tutti hanno ragione e tutti hanno torto, bisogna solo cercare di comprendere le persone e se necessario (come in molti omicidi) si allontana la persona e gli si fa fare un percorso di riabilitazione. La giustizia è necessaria per il bene collettivo, ma dovrebbe essere esercitata con empatia e comprensione. Naturalmente questo modo di pensare potrebbe distogliere l’attenzione dalla vittima e dalla gravità dell’atto, ma ciò è necessario per applicare la giustizia, bisogna concentrarsi su entrambe le persone. In molte persone si attiva il bias o pregiudizio dell’ancoraggio che impedisce una lettura con volontà di capire cosa c’è scritto, perciò provo a scriverlo nella lingua più semplice, dato che ogni persona ha la sua lingua e mi tocca adattarmi. Invece di puntare il dito, si cerca di capire l’assassino (che molto probabilmente è neurodiverso e quindi va aiutato prima dalla famiglia e accettato dalla società) perché capendo lui, si riesce a prevenire molti altri omicidi, voglio sensibilizzare sulla prevenzione.