PERSONE IN CURA IN PSICHIATRIA

Le persone in cura in psichiatria molto probabilmente sono neurodivergenti, ma in ogni caso non devono essere giudicate male, non si può puntare il dito, bisogna cercare di capire cosa è successo, altrimenti non se ne parla di sta persona. Poi sono tipo un po’ fuori uso e non bisogna sovraccaricarle. Conviene scrivere messaggi poco carichi e fare telefonate poco cariche, oppure non mandare messaggi e parlare solo quando la persona ricoverata chiama. Conviene parlare prevalentemente con le persone attorno tipo i genitori o i medici. Queste persone hanno bisogno di qualcuno che le sta accanto, in quelle condizioni contano tanto le persone che stanno accanto. Il partner se possibile dovrebbe andare a trovare quello ricoverato almeno una volta a settimana. Purtroppo ad oggi che scrivo in italia ste persone non vengono tanto curate, sono un pò allo sbaraglio e piene di medicine. Le medicine che danno a ste persone fanno anche rimbambire, quindi la persona può essere fuori uso per le medicine e cose personali, un mix. Se parte del problema siamo noi conviene parlare con i medici per fare ordine e pace, a maggior ragione se c’è maldicenza nella struttura. Il segreto professionale si può infrangere parzialmente se la persona vuole chiarire e consente di dire le informazioni necessarie, se è educata alla riconciliazione. Ma qualora si prospettino gravi pericoli per la vita o per la salute psicofisica del soggetto e/o di terzi, entra in gioco l’articolo 13 del Codice Deontologico degli Psicologi Italiani. Quindi nel caso in cui il paziente si autolesiona e ha pensieri suicidi, il medico può condividere informazioni necessarie con i genitori e altri, soprattutto chi è il diretto interessato degli argomenti delle sedute. Nell’articolo:”IL SEGRETO E IL SEGRETO PROFESSIONALE” ne parlo bene. Se la struttura non vuole avere dialogo, essa non sta curando bene il paziente, perché le relazioni della persona hanno molta importanza, per esempio il partner, anche se le 2 persone non sono sposate, esso ha un peso emotivo non indifferente, l’ambiente attorno al paziente fa tanto. Proporre al partner di farsi aiutare dai medici a chiarire con noi può essere un compromesso. Ma se non c’è collaborazione nel chiarire qualcosa, siamo costretti a parlarne causando instabilità al paziente, un po’ di meno se il paziente è aiutato, ma la struttura genera grossi problemi non tenendo conto dei problemi attorno al paziente.

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